Il termine sloveno panjska končnica indica una tavola di legno decorata a mano che viene posta a chiusura di particolari tipi di arnie dette kranjič. Questa forma d’arte popolare è tipica della Slovenia, apparsa nel territorio dopo la metà XIX secolo proseguì a pieno ritmo fino all’inizio del XX secolo principalmente nei territori della Carinzia meridionale, della Štajerska slovena nordoccidentale, della Carniola centrale e settentrionale fino a una parte di Goriškega. Al di fuori di questo territorio, il vivace commercio di api vive della Carniola ne portò ed esportarne migliaia in Europa e in altri paesi, stimolando persino una debole pittura locale di alveari a Lammertal nella vicina Austria.
I pannelli dipinti fanno ora parte di quello che è considerato il patrimonio culturale sloveno e, secondo le conoscenze odierne, sono considerati un elemento culturale autoctono e ritenuti uno dei capitoli dell’arte popolare creato principalmente da e per i membri degli strati sociali inferiori – i contadini (in passato, infatti, quasi tutte le fattorie avevano un apiario). Gli alveari in legno venivano dipinti principalmente in modo che le api potessero riconoscere il loro alveare e per distinguere le proprie arnie da quelle degli altri contadini e proteggerle da incantesimi e incidenti.
Le prime immagini dipinte sugli alveari erano principalmente devozionali con storie semplici, sebbene accuratamente pensate in modo decorativo. Al centro di solito c’era la Madonna o uno dei santi, ai lati un bouquet, un vaso di fiori o parte di una tenda. Tipiche erano anche le immagini della vita dei contadini, in particolare di eventi importanti della vita. I motivi secolari adottati successivamente invece, provenivano perlopiù dalla narrazione popolare, dalla vita di tutti i giorni (raffigurazioni di faccende agricole, matrimoni, locande) o erano registrazioni di eventi importanti. In questi dipinti si trovava poco scenario e natura, per lo più venivano impiegati solo come sfondo per la storia. Non c’erano ritratti poiché la vanità e la bellezza erano raramente rappresentate dato che non avevano posto nella vita contadina (l’unica eccezione è la storia del mulino e il desiderio di giovinezza e bellezza). Il motivo più comune era la punizione. Poiché gli apicoltori erano uomini, si trattava principalmente della loro visione degli eventi della vita e del loro atteggiamento nei confronti del sesso opposto. La composizione, la collocazione delle figure, la decorazione e la colorazione dei degli alveari si ispirava ancora alla tradizione barocca ma è significativo che i pittori, che fossero professionisti o meno, non volessero creare opere d’arte. La cosa più importante per loro era il contenuto poiché i dipinti sugli alveari erano alla fine arte per la gente.
Le arnie dipinte della tradizione popolare slovena
Il legno da cui erano realizzate le estensioni dell’alveare – che successivamente sarebbero state dipinte – era per lo più di abete rosso. Veniva però anche usato, più o meno spesso, legno di tiglio, pino o larice. I colori erano preparati dagli stessi pittori. Il processo prevedeva che i colori primari venissero macinati finemente e poi mescolati con olio di lino. La tecnica si dimostrava così resistente che le immagini resistevano sia al sole che alla pioggia.
Le collezioni di arnie dipinte di carattere storico oggi sono raccolte al Museo dell’apicoltura di Radovljica e al Museo etnografico sloveno di Ljubljana. Entrambe le collezioni contano circa 700 pannelli che da un punto di vista etnologico ricoprono anche un ruolo importante nel rivelare il rapporto con il mondo sia dei contadini locali che dei consumatori dell’epoca.
Infine, oltre alla possibilità di ammirare questi reperti storici nei musei è possibile anche vedere arnie dipinte di creazione moderna presso apicoltori e fattorie. La tradizione degli alveari dipinti oggi non è del tutto scomparsa ma al contrario viene preservata prendendo a soggetto nuove storie o spesso immagini della natura.