Il mondo è in affanno. Gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti: ondate di calore record, siccità prolungate, innalzamento del livello del mare. Ogni anno la conferenza delle parti (COP) della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) si riunisce per determinare obiettivi, ambizioni e responsabilità e per individuare e valutare misure in materia di clima. E così, dopo quella tenutasi a Dubai lo scorso anno, quest’anno sarà ospitata a Baku (Azerbaigian) tra l’11 e il 22 novembre 2024. I pilastri su cui si basa la Cop 29 riguardano essenzialmente la trasparenza in materia di clima che deve essere adottata da ciascuno stato e lo sviluppo di un nuovo piano di finanziamenti in materia clima da attuare a livello globale.
In preparazione di questo incontro, l’8 ottobre 2024 il Consiglio europeo ha delineato la propria posizione generale che verrà tenuta dall’Unione Europea sui finanziamenti per il clima, proponendo obiettivi condivisi e ambiziosi realizzabili a livello globale nel tentativo di contrastare i sempre più pressanti cambiamenti climatici che stanno avvenendo. In particolare, si cercherà il modo di attuare politiche globali affinché:
-
la temperatura superficiale della Terra non superi 1,5°C ;
-
si progredisca collettivamente verso una resilienza a lungo termine per i cambiamenti climatici ;
-
venga concordato un nuovo obiettivo quantificato efficace e realizzabile.
Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di quest’ultimo punto in quanto costituisce la chiave per contrastare il cambiamento climatico. Il nuovo obiettivo collettivo quantificato (NCQG) deve essere concepito con un ampio approccio che possa essere trasformativo a più livelli. In particolare deve comprendere finanziamenti diversi e un gruppo maggiore di contributori, in modo da tener conto delle rispettive capacità economiche e di come essere possono cambiare, e far fronte alle crescenti quote di emissioni di gas a effetto serra che stanno avvenendo a livello globale a partire dall’inizio degli anni ‘90.
In questo nuovo contesto proposto, i finanziamenti privati assumono un ruolo significativo a sostegno di quelli pubblici affinché NCQG possa essere conseguito, in quanto i soli finanziamenti pubblici non sono in grado di garantire da soli i livelli di finanziamento necessari per raggiungere un’economia globale climaticamente neutra e resiliente. Tuttavia questo non toglie l’importanza delle politiche nazionali messe in atto per mantenere la temperatura globale al di sotto del 1.5°C, soprattutto per quanto riguarda le grandi economie. A questo proposito, il Consiglio stabilisce che i piani per il clima e l’energia che devono essere presentati nel 2025 da ciascuno stato membro devono contenere e riflettere obiettivi progressivi e ambiziosi, in linea con gli esiti del bilancio globale della COP dello scorso anno, focalizzandosi in particolare sulla riduzione assoluta delle emissioni di tutti i gas ad effetto serra in tutti i settori dell’economia.
Inoltre, l’Unione Europea evidenzia l’emergenza di attuare politiche ambientali ambiziose ed in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici che vivremo nel prossimo futuro, al fine di ottenere un adattamento e una resilienza globale. Questo è possibile solo tramite un impegno collettivo che comprenda tutti i livelli sociali ed economici, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile a 360° che sia basato sui dati scientifici disponibili e sugli esiti dell’ultima COP 28, nella quale è stato presentato il primo bilancio globale riguardo agli sforzi compiuti a livello mondiale per affrontare i cambiamenti climatici..
L’approccio adottato dall’Unione Europea tende a comprendere un ampio ventaglio di azioni possibili e compromessi, nella consapevolezza che solo un approccio in grado di integrare tutti i livelli della società, quelli economici tanto quanto quelli sociali, e che coinvolga tutti i soggetti, in primo luogo gli Stati e la loro legislazione, possa mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. La sfida rimane nelle mani di tutte le 198 parti, 197 Paesi e l’Unione Europea, che compongono la Cop 29 a cui spetta il compito di attuare queste premesse, tra diplomazia e buon senso, per permettere a tutti un futuro migliore.