Uno studio del Dipartimento di Biologia, Chimica e Scienze e Tecnologie farmaceutiche (STEBICEF) dell’Università di Palermo ha indagato la composizione del miele uniflorale di ape nera siciliana (Apis mellifera ssp. sicula), per indagare le sue proprietà antiossidanti.
Studi scientifici attribuiscono ai prodotti del lavoro delle api un’ampia gamma di effetti benefici sulla salute, tra cui proprietà antiossidanti, antibatteriche, antinfiammatorie, antitumorali, antivirali e molte altre. Una delle proprietà più rilevanti è proprio la loro capacità di proteggere le cellule dai danni di agenti ossidativi come i radicali liberi.
I radicali liberi sono atomi, molecole o composti altamente instabili, che tentano continuamente di legarsi ad altre molecole (tra cui quelle che compongono le cellule umane), atomi o anche singoli elettroni per ricevere da loro le cariche negative necessarie a raggiungere uno stato di stabilità.
Così facendo, i radicali liberi provocano trasformazioni molecolari e mutazioni genetiche in molti tipi di organismi. Il processo, detto stress ossidativo, contribuisce allo sviluppo di malattie croniche e degenerative come cancro, disturbi autoimmuni, invecchiamento, cataratta, artrite reumatoide e malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Secondo la teoria radicale in fisiologia umana, i radicali liberi attivi sono coinvolti in quasi tutti i processi di degradazione cellulare e portano alla morte cellulare.
Gli antiossidanti, invece, lavorano nella direzione opposta: sono molecole capaci di rallentare o inibire l’ossidazione dei composti da parte dei radicali liberi.
Sostenuta già in antichità e affossata con lo sviluppo dell’industria farmaceutica, la capacità antiossidante e antiradicalica dei prodotti delle api è riconosciuta oggi dalla comunità scientifica e dimostrata da molteplici studi.
Tuttavia, i prodotti dell’alveare, come miele, polline, propoli, cera d’api, pappa reale e veleno d’api, hanno una composizione complessa e incostante, che li rende diversi dal punto di vista chimico e nutrizionale. Il tipo e la concentrazione dei loro composti bioattivi varia sotto l’influenza di vari aspetti: la fonte botanica, l’origine geografica e le condizioni climatiche. La ragione di questa influenza è semplice: il miele viene prodotto dalle api a partire dal nettare o dalle secrezioni vegetali, così che le sostanze nutritive vengono trasferite dalle piante e accumulate in questo alimento. Di conseguenza, le caratteristiche geografiche, climatiche e ambientali delle zone in cui il miele viene prodotto si ripercuotono sulle sue proprietà fisiche, chimiche, organolettiche e nutraceutiche. Tali differenze rappresentano un utile strumento discriminatorio per la classificazione e l’identificazione del miele.
Nello studio sui mieli prodotti da Apis mellifera ssp sicula, sono stati testati mieli di diverse famiglie di piante, tra cui sulla, mandarino, mandorla, eucalipto, aneto e cardo, tutti prodotti provenienti da alveari di ape nera siciliana.
I mieli scelti sono stati sottoposti a varie reazioni chimiche in vitro, intese a determinarne il contenuto di fenoli e flavonoidi, gli “ingredienti” del miele responsabili del suo potenziale antiossidante. Si ritiene che in particolare la quercetina, un flavonoide, contribuisca alla protezione contro l’ossidazione dei lipidi delle cellule.
La ricerca ha rivelato gli alti livelli di componenti fenolici di questi mieli, classificandoli tra i migliori a livello globale.
I risultati hanno mostrato, infatti, che i mieli di aneto, mandorla, mandarino, cardo e sulla hanno inibito la formazione di radicali liberi. Tra questi, il miele di aneto ha il più alto contenuto di flavonoidi totali, mentre il miele di mandorle contiene elevate quantità di quercetina.