Tutti noi amiamo il miele e ne vogliamo sempre di più (non sono parole nostre, ma quelle del ISMEA) che si apre il suo dolce sapore, o per gli innumerevoli benefici che ne traiamo, per citarne alcuni: il trattamento della pelle, l’uso per stimolare gli agenti antiossidanti, il consumo da parte degli atleti come fonte di energia, sostituto più salutare dello zucchero, etc. Prima di trattare in dettaglio le metodologie di truffa, soffermiamoci a capire il processo che porta alla creazione del miele.
L’inizio del processo ha origine grazie alle api, che raccolgono il nettare dalle piante in fioritura, e lo portano all’alveare. All’interno degli alveari, il nettare viene scomposto in zuccheri semplici. E grazie a una serie di condizioni, per esempio il continuo battito delle ali delle api e la forma esagonale dei favi, gli zuccheri semplici sono incoraggiati alla prossima tappa del processo, ovvero l’evaporazione. Come risultato si ottiene del delizioso miele.
Le frodi nel mercato del miele
Diamo un’occhiata adesso al mercato del miele, quest’ultimo è stato valutato a $10,42 miliardi nel 2021, con una percentuale di crescita (CAGR) del 5,67%, raggiungendo un valore di $14,5 miliardi entro il 2027. Indipendentemente dal crollo della popolazione delle api e dell’aumento delle truffe del miele.
L’UE sostiene che il miele sia il terzo prodotto più adulterato al mondo, mentre alcuni anni fa il costo degli strumenti e delle operazioni per la falsificazione era più del costo della materia prima. Tuttavia, recentemente, il processo di falsificazione è diventato più facile grazie al progresso tecnologico. Inoltre, l’aumento delle frodi è sostenuto dal fatto che il miele, chimicamente parlando, è una sostanza complessa, il che lo rende difficile da testare, in più i processi per verificarne l’autenticità sono sia lunghi che costosi e richiedono strumenti e conoscenze specifiche.
Adesso che abbiamo esplorato la struttura del miele e guardato una panoramica del mercato del miele, diamo un’occhiata ad alcuni dei metodi di contraffazione più frequenti:
- Aggiunta di sciroppi zuccherini: l miele è una miscela di composta da: zuccheri (circa l’80%), tra cui glucosio, saccarosio e altri tipi di zuccheri, acqua (circa il 17-18%), proteine e sali minerali. Per aumentare il profitto, vengono aggiunti degli sciroppi economici utilizzati per diluire il miele, quelli più usati sono quelli ottenuti dalla lavorazione del mais, dalla canna e dalla barbabietola da zucchero, dal riso e dell’inulina ad alto fruttosio. La ragione dell’uso di questi specifici sciroppi risiede sia nel fatto che hanno un prezzo molto basso, che nel fatto di un colore simile a quello del miele, il che li rende quasi impossibili da riconoscere senza analisi specifiche.
- Nascondere o falsificare l’origine geografica: all’interno del DNA del miele, rappresentato dal polline, vi sono una serie di informazioni, che, attraverso la Melissopalinologia, permettono di conoscere non solo la pianta da cui è stato preso il polline, ma anche la sua origine geografica. Il test per risalire alla fonte del miele, purtroppo, richiede una grande quantità di dati raccolti nel corso degli anni, inoltre, ci sono pochi laboratori specializzati nel settore. Tuttavia, la grande difficoltà risiede nel fatto che – ed è qui che entra in gioco la frode – lo spettro pollinico originale può essere modificato facilmente, sia mescolando il miele con un altro avente un’origine diversa, sia aggiungendo un processo di filtraggio per eliminare completamente la traccia di polline. La frode può essere ulteriormente ampliata aggiungendo polline “fasullo” al miele e poi vendendolo come miele proveniente da piante diverse o avendo radici geografiche a scelta.
- Commercializzare il miele industriale come miele normale: la direttiva 2001/110/CE consente di definire il “miele industriale”, che: a) è idoneo per uso industriale o come ingrediente di altri prodotti alimentari destinati ad essere ulteriormente processati; b) può avere un sapore o un odore anormalo, ha iniziato un processo di fermentazione, essere effervescenti o essere stato surriscaldati. In breve, è il miele i cui difetti non ne consentono il consumo come “puro”. Molto spesso questo tipo di miele viene commercializzato nel mercato come miele destinato al consumo fiale, e porta i segni di una fermentazione bloccata prima dell’esportazione e ha un sapore metallico, a causa del contatto con contenitori inadatti. Tale miele dovrebbe essere escluso dal consumo e definito come miele industriale; tuttavia, la direttiva non definisce criteri specifici per la fermentazione né fornisce indicazioni precise sulla valutazione degli odori e dei sapori estranei, Così infatti la sua applicazione perde valore e il miele per l’industria viene venduto accanto a quello “normale”.
- Vendita di miele non maturo: quando le api raccolgono il nettare dalle piante, quest’ultimo di solito contiene molta acqua, una parte del lavoro delle api consiste, appunto, nel ridurre l’eccessiva umidità. Tuttavia, se i favi vengono rimossi prima che le api abbiano finito il loro lavoro, il miele non sarà completamente maturo, il che significa che conterrà ancora più acquadel dovuto. Invece di aspettare che le api finiscano il loro lavoro, il miele viene essiccato artificialmente, in un periodo di tempo più breve, senza permettere la sua naturale maturazione, e ottenendo maggiori quantità destinate alla vendita.