La storia del rapporto tra le piante e i loro impollinatori è un affascinante esempio di coevoluzione. In effetti, la sopravvivenza delle piante entomogame dipende direttamente dalla presenza di insetti impollinatori e viceversa. Questo ha permesso che la loro relazione si trasformasse in un’indissolubile rapporto di mutua sopravvivenza basato su un fitto e complicato scambio di messaggi. Il loro legame, per l’appunto, ha radici lontane e si è costruito su metodi di comunicazione sempre più sofisticati che appaiono a noi ancora non del tutto chiari. Oggi sappiamo che i messaggi che le piante rilasciano sono di varie origini e mirano a stimolare i diversi sensi degli insetti impollinatori per poterli orientare. Il megafono che permette questa comunicazione è rappresentato dal fiore; esso è un mezzo per la pianta per emettere molteplici informazioni in diversi “linguaggi”. Dall’unione di questi segnali di natura differente nasce un messaggio chiaro per l’impollinatore che in questo modo riesce a riconoscere la presenza e la specificità del fiore soddisfacendo il suo bisogno di nettare e al contempo costituendo un fondamentale tassello della riproduzione di molte piante impollinando individui differenti della stessa specie vegetale.
La grandezza, la forma e i colori sgargianti dei fiori sono un’attrazione irresistibile per gli impollinatori , tuttavia, possono essere anche un fattore selettivo. Sul piano cromatico, le piante possono rendersi visibili a determinati insetti giocando sulle lunghezze d’onda percepite dall’occhio del loro specifico impollinatore. In questo modo ogni fiore si rende visibile solo al suo impollinatore che, fatta visita ad un fiore d specie, andrà ad impollinare un altro fiore della stessa specie. Per esempio, le macchie scure presenti sui petali dei fiori di alcune piante, riflettendo i raggi UV, fungono da vere e proprie piste da atterraggio che guidano gli impollinatori che percepiscono la luce ultravioletta fino al nettare.
Un altro meccanismo per aumentare la specificità degli impollinatori è costituito dalla forma del fiore che può limitare l’accesso al nettare solo a determinati insetti. Un esempio sono i fiori di fico, accessibili solo alla blastofaga, una piccola vespa in grado di entrare nel ricettacolo del fiore.