Prima del 1983 nessuno sapeva che anche le api dormissero, ma da allora molti scienziati si sono interessati a questo aspetto della vita delle piccole operaie e ora siamo in possesso di una grande quantità di informazioni a riguardo.
Il sonno delle api è molto simile a quello di molti mammiferi e uccelli. Quando dormono le api perdono tono muscolare, la loro reazione agli stimoli è più lenta e meno vigorosa, la loro temperatura corporea si abbassa e si muovono di meno. Inoltre, le api preferiscono dormire in ambienti bui.
Tutto ciò ha portato gli scienziati ad ipotizzare che le api rispondano ad un ciclo circadiano interno della durata di circa 24 ore che segue l’alternarsi del giorno e della notte.
Ci si potrebbe chiedere il motivo per cui le api dormano. I ricercatori hanno dimostrato come il sonno non sia tanto necessario alle api per la conservazione delle proprie energie quanto per consentire loro un corretto svolgimento delle proprie funzioni fisiologiche. Tra queste funzioni rientra la danza delle api. Le api eseguono questa danza ogni qual volta che vogliano comunicare alle compagne la posizione di una fonte di cibo. Con questa danza le api comunicano due cose: la direzione e la distanza della fonte di cibo. Nello specifico, la mancanza di sonno aumenta l’imprecisione con cui viene comunicata la direzione, un’indicazione che richiede l’uso della forza di gravità come punto di riferimento per posizionarsi secondo un certo angolo durante la danza. Secondo i ricercatori le api trovano questo compito faticoso, e se non hanno dormito bene sarà più difficile per loro essere precise, mentre la comunicazione della distanza non risente della mancanza di sonno, dunque è probabile che le api trovino questo ‘passo’ della danza più semplice.
La mancanza di sonno ha anche effetti sulla memoria. I ricercatori hanno osservato come le api che non hanno avuto modo di dormire abbiano più difficoltà nel ricordare l’ultimo tragitto che hanno percorso fuori dall’arnia.
La maggior parte della comunità scientifica è d’accordo sul fatto che le api siano soggette a tutta una serie di fattori di stress quali i pesticidi, mancanza di cibo di buona qualità e parassiti. Lo stress può ostacolare il funzionamento del sistema immunitario, il che aumenta la loro esposizione ad altri fattori di stress. Le api sottoposte a stress vivono una vita più corta, che a livello della colonia può tradursi in una diminuzione della popolazione di api a cui sarà difficile fare ammenda.
È possibile che l’apicoltura nomade sia dannosa per la salute delle api? Gli Stati Uniti sono rinomati per questo fenomeno. Gli apicoltori statunitensi spostano più di un milione di arnie da una parte all’altra del paese per trarre vantaggio dalla fioritura di diverse coltivazioni nel corso dell’anno. Gli studi hanno dimostrato come lo spostamento dell’arnia possa indurre maggiori perdite nella popolazione della colonia, alcune indotte da morti precoci, altre da un allontanamento permanente delle api dall’arnia.
Molti apicoltori hanno riportato un aumento delle infezioni causate dal nosema come anche di stress ossidativo nelle proprie colonie di api dopo lo spostamento delle arnie. Ciononostante, il legame tra questi fenomeni e l’apicoltura nomade non è ancora stato accertato, quindi vi è ancora una vasta area di territorio inesplorato per i ricercatori interessati all’apicoltura.