Secondo uno studio pubblicato recentemente su Current Biology l’umidità è importante quanto il profumo per attrarre gli impollinatori verso una qualsiasi pianta: questa scoperta biologica di base apre nuove prospettive per l’agricoltura al tempo del riscaldamento globale.
Il mondo delle interazioni pianta-insetto è stato drasticamente cambiato dal lavoro svolto su segnali visivi e olfattivi, senza tener conto di quanti altri fattori svolgono un ruolo nella riproduzione delle piante e influenzano il processo decisionale, l’impollinazione e il successo degli insetti. I ricercatori hanno infatti scoperto che il punteruolo (Rhopalotria furfuracea), che impollina la cicade (Zamia furfuracea), è sensibile all’umidità quanto al profumo. Inoltre, l’umidità funge da segnale per la sfinge del tabacco (Manduca sexta) per impollinare il fiore sacro della datura (Datura wrightii). Questo dimostra che due piante imparentate molto alla lontana usano attivamente l’umidità per incoraggiare l’impollinazione: l’umidità non è solo un risultato dell’evaporazione del nettare, ma un processo attivo del fiore, che passa attraverso cellule specializzate, e questi organismi potrebbero persino essersi evoluti per privilegiare il rilascio di umidità perché attira gli impollinatori.
Finora, lo studio dell’impollinazione e delle interazioni pianta-insetto si era concentrato sui marcatori visivi e olfattivi, segnali che anche gli esseri umani possono interpretare: gli insetti sono molto più abili degli umani nel percepire i cambiamenti di umidità, anidride carbonica e temperatura. Mentre gli esseri umani hanno bisogno di cambiamenti di umidità relativamente grandi prima di poter percepire una differenza, gli insetti hanno recettore specializzati che possono percepire cambiamenti minuscoli: anche ad un cambiamento dallo 0,2% allo 0,3% può causare l’attivazione di un neurone.
Considerando che il cambiamento climatico ha un impatto diretto proprio su queste cose, è fondamentale capire come gli insetti utilizzano tutte queste informazioni nelle loro interazioni con le piante. Ad esempio, gli agricoltori e i distributori di cibo potrebbero utilizzare queste scoperte per incoraggiare l’impollinazione delle colture alimentari o per dirigere gli insetti lontano dai cibi immagazzinati e verso le trappole.