I principali tipi di miele in Italia

Quando bottinano, le api possono visitare qualunque tipo di fiore. La zona geografica e il periodo dell’anno determinano i tipi di fiori che le api possono trovare sul proprio cammino.

Quando in un’area prevale una certa pianta, è probabile che l’ape si cibi prevalentemente di essa, quindi ne risulta un miele uni floreale, il cui aroma è più caratteristico (comunque c’è sempre una quantità marginale di polline proveniente da altre piante, in quanto le api non effettuano una selezione così netta). Invece i mieli millefiori hanno un sapore più delicato.

Il tipo di fiore da cui le api traggono il proprio nutrimento influenza le proprietà organolettiche del miele. Per esempio, la consistenza può essere più o meno liquida, viscosa e/o avere la tendenza a cristallizzare. A seguire, il miele può assumere un colore dorato o ambrato più o meno tenue. Infine, dell’alimentazione delle api ne risente anche il sapore, che può spaziare tra il molto dolce e l’amarognolo.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio Nazionale Miele sull’andamento produttivo e di mercato del miele nella stagione 2018, i mieli più diffusi a livello nazionale sono quelli a base di acacia, agrumi, sulla, castagno e tiglio.

Il miele d’acacia ha un colore giallo chiarissimo, un aroma delicato e una consistenza liquida dovuta all’alto contenuto di fruttosio, il quale rende difficile la cristallizzazione del miele e ne aumenta il potere dolcificante. Questo lo rende un ottimo sostituto dello zucchero, ed è particolarmente adottato nelle diete.

Anche il miele di agrumi è di colore chiaro, mentre l’odore ha note floreali e il sapore è dolce. Pochi mesi dopo il raccolto inizia a cristallizzare, formando così una consistenza sabbiosa con cristalli a volte grossi e a volte fini. Nel nostro paese è prodotto principalmente in Sicilia e Calabria.

Il miele di sulla è l’unico in questa lista che cristallizza velocemente, e per questo presenta solitamente una consistenza cremosa. Il colore è molto delicato, e allo stato liquido non va oltre il giallo paglierino, mentre varia tra il bianco e il beige allo stato cristallino. Rispetto ad altri mieli, risulta essere un dolcificante meno efficace poiché è caratterizzato da un sapore e da un odore deboli.

Il miele di castagno condivide con il miele d’Acacia l’alto contenuto di fruttosio, quindi cristallizza molto lentamente. Il suo colore varia dal rossiccio al marrone e l’odore e il sapore sono amari e intensi. In cucina lo si abbina a vari formaggi, come ad esempio pecorini e ricotte.

Il miele di tiglio è caratterizzato da un colore chiaro e ambrato allo stato liquido e talvolta presenta dei riflessi giallo-verdi dovuti ad una particolare purezza del prodotto, mentre una volta cristallizzato passa all’avorio e al beige. Ha un odore di media intensità e un gusto persistente.

Il rapporto dell’Osservatorio Nazionale Miele riporta anche informazioni sulle produzioni più limitate, che si aggirano intorno alla ventina, e pur essendo vero che i cambiamenti climatici stiano mettendo in difficoltà molti apicoltori, non si può quindi negare che in Italia l’offerta di miele sia molto variegata.

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