Pillole di biodiversitá, parla Anna Gajda: responsabile laboratorio malattie delle api all’Università di Varsavia per le Scienze Biologiche

I: Come si chiama e qual è il suo ruolo?

A: Mi chiamo Anna Gajda, ho un dottorato e sono responsabile del laboratorio sulle malattie delle api all’Università di Varsavia per le Scienze Biologiche. Sono anche capo del Dipartimento di Patologie e Diagnostica Veterinaria, sempre nella stessa università.

I: Potrebbe dirci stile tweet, qual è il suo ambito di ricerca?

A: Il mio ambito di ricerca sono le api mellifere e in generale le malattie degli impollinatori, quindi sono una veterinaria delle api!

I: Quando ha iniziato a sviluppare questa passione per quest’ambito di ricerca? 

A: Durante il mio penultimo anno dei miei studi a scuola di veterinaria, ho seguito il corso sulle malattie delle api e me ne sono subito appassionata. Sapevo fin dall’inizio che non volevo occuparmi solo di cani e gatti, ma anche tutelare questi fondamentali impollinatori. Penso sia proprio questa la mia strada, l’unica cosa che voglio fare fino a che non andrò in pensione.

I: É andata così o le cose sono cambiate?

A: Volevo fare la veterinaria. Da bambina ho sempre voluto curare gatti, cani e cavalli, magari anche alcuni animali esotici come serpenti o uccelli esotici. Pensavo che avrei lavorato in uno zoo, e per un po’ l’ho fatto davvero! Ma poi è arrivata la scuola veterinaria e conosciuto le api, é stato subito un amore platonico. Sono passati quasi 14 anni e sto ancora facendo la stessa cosa, credo che non le tradiró mai!

I: Potrebbe dirci due ambiti di ricerca che secondo lei sono interessanti?

A: Potrebbe essere inaspettato: la Scienza delle api ovviamente! La trovo estremamente fondamentali, senza questi insetti non potremmo vivere piú di quattro anni. Inoltre, ho anche una passione nascosta per la criminologia. Non ho studiato nulla a riguardo, ma leggo libri sulla materia perché penso che sia estremamente affascinante.

 

 

I: Secondo lei, qual è oggigiorno la principale minaccia contro gli impollinatori in generale?

A: Non sarà un’opinione popolare, ma credo che la principale minaccia contro le api in questo momento siano gli apicoltori stessi. Non l’eccesso di colonie, bensí gli apicoltori che non le trattano abbastanza bene come dovrebbero. Ritengo che stiano allevando malattie nei loro alveari senza rendersene conto e queste malattie vengono successivamente portate dalle api sui fiori e in questo modo vengono infettati anche tutti gli altri impollinatori. É un circolo vizioso. Questa è la minaccia principale. Inoltre, naturalmente, troppe colonie di api mellifere sono presenti in alcune aree e questo significa che non c’è abbastanza cibo per tutti gli altri impollinatori. Tutto ciò che è troppo non va bene, quindi ci deve essere un equilibrio per il benessere dell’ecosistema.

I: Se lei avesse un budget di un milione di euro come lo userebbe per aiutare gli impollinatori? 

A: In realtà ci ho pensato per un po’. In primo luogo farei due cose: istituire un’istruzione forzata per chi vuole diventare un apicoltore e magari creare anche delle leggi migliori sull’apicoltura. In quest’ultimo caso intendo leggi a livello europeo che si applicherebbero a tutti. Perché creare una legge e poi implementare la stessa costa ovviamente, quindi questo è quello che farei in primo luogo. Sicuramente investirei molti soldi nella ricerca di un’agricoltura senza pesticidi, sebbene io ritenga che non sia la causa più importante delle perdite di api, ma penso anche che potrebbe essere risolta se fosse studiata a sufficienza e nel modo adeguato.

I: Secondo lei, quale scoperta scientifica si potrebbe realisticamente raggiungere nei prossimi 5-10 anni che potrebbero avere un grande impatto nella protezione degli impollinatori nel suo ambito?

A: Penso che probabilmente la ricerca qualcosa potrebbe essere qualcosa contro i varroa destructors, forse un agente di controllo biologico. Perché viene impiegato molto impegno e tutti vogliono smettere di usare le sostanze, e credo che questa sia una cosa davvero positiva. Inoltre, come dicevo, magari usare meno pesticidi in agricoltura.

I: Qual è il suo insetto preferito?

A: I bombi senza alcun dubbio! Ho fatto anche un tatuaggio dedicato a loro, sono soffici e così carini!

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