Vari studi e ricerche recenti hanno dimostrato che le api sono ottimi bioindicatori ambientali. Cosa significa? Esse riescono a farci capire quanto l’ambiente in cui viviamo sia inquinato, soprattutto grazie a piccoli residui che si possono trovare sui loro corpi, che essendo ricoperti di pelo riescono a intrappolare particelle di sostanze presenti nell’aria e nei fiori in cui si fermano. Come conseguenza primaria di tale inquinamento possiamo notare la scomparsa di diverse specie animali ma in particolare delle api, fondamentali per il nostro sistema alimentare e per l’ambiente.
L’alto tasso di mortalità di api che stiamo riscontrando negli ultimi anni è la prima conseguenza dell’uso massiccio di pesticidi; l’alta presenza di queste sostanze chimiche nell’aria fa sì che le api quando escono dall’alveare intrappolino involontariamente nei loro corpi residui di queste sostanze: una volta tornate all’interno dell’alveare, esse vanno poi a danneggiare le larve deposte e la regina stessa.
Il secondo indicatore è la presenza nel pelo delle api di residui di antiparassitari e di altri agenti inquinanti (metalli pesanti come cadmio, rame, selenio e i radionuclidi). Questi si trovano sia nell’aria che nelle piante; il 75% di esse viene impollinato dalle api e altri insetti impollinatori, la cui salute perciò è a rischio (e, di conseguenza, anche l’intera catena alimentare).
Ma perché proprio le api sono perfette come bioindicatori?
Hanno il corpo ricoperto di peli e grazie a ciò le microparticelle ambientali si attaccano al loro corpo, riportando all’interno dell’alveare materiali esterni presenti nell’ambiente che permettono di capire le principali cause di una moria elevata all’interno di un alveare; inoltre, sono particolarmente sensibili a tutte le sostanze presenti nell’aria, soprattutto durante la fioritura, e in presenza di sostanze inquinanti o abbandonano il nido cercando un altro alveare oppure muoiono; inoltre, si riproducono molto velocemente e hanno una vita relativamente corta e ciò consente il ricircolo all’interno dell’alveare e di conseguenza un’analisi sempre aggiornata delle sostanze presenti. Infine, sono dotate di un ampio raggio di volo e di un’alta mobilità e questo consente di monitorare un’ampia zona.
Per quanto riguarda il fatto che le api sono buone “sentinelle ecologiche” possiamo dire che un’ape oltre che impollinare le piante e i fiori cerca nutrimento, quindi durante un volo tocca tutti i siti ambientali (il suolo, l’acqua, la flora e la vegetazione).
Come detto in precedenza il corpo ricoperto di peli è la caratteristica principale per cui si riesce a capire con quali sostanze le api entrano in contatto, ma oltre a questo anche i prodotti alveari (in particolare il miele) possono essere dei buoni indicatori ambientali; infatti l’analisi del miele prodotto può aiutare nello studio di sostanze chimiche presenti nell’aria. In alcuni studi è analizzato miele di alveari situati vicino ad aziende (con presenza di piombo all’interno) e vicino a zone agricole (con presenza di manganese).
Per tutti questi motivi le api e i loro prodotti sono fondamentali sia per la catena alimentare e dunque la sopravvivenza umana, ma anche per la salvaguardia dell’ambiente, in quanto sono bioindicatori perfetti al fine di sapere quanto il nostro pianeta sia inquinato e studiare tecniche per riuscire a salvaguardare la specie delle api e il genere umano.
Beeing si affida a partner universitari e laboratori specializzati per effettuare le analisi e restituire importanti informazioni sull’ambiente a servizio della comunità locale e dei cittadini.
Scopri di piú: https://beeing.it/it/progetti-educativi/biomonitoraggio-aria/