La reperibilità del polline scandisce il ciclo vitale delle api

“La popolazione di una colonia dipende dalla quantità di polline a sua disposizione.” Queste sono le parole di Randy Oliver, pronunciate nell’ottobre del 2015 ad un convegno dal titolo the Four Pillars of Honey Bee Management, nella città di Medina, nella regione statunitense dell’Ohio.

Randy Oliver è un biologo californiano che ha dedicato la sua carriera all’apicoltura, allevando con l’aiuto dei figli oltre 1000 arnie, come anche alla ricerca, al fine di fornire informazioni in merito a questa attività che abbattano falsi miti in favore di un approccio più scientifico.

Nel corso del suo intervento dal titolo “Honey bee nutrition”, il biologo ha analizzato numerosi aspetti della vita delle api e il ruolo svolto dal polline in ognuno di essi. Eccone alcuni:

  • Per gli esseri umani l’inverno è associato ad un clima freddo e a giornate più corte, mentre per le api è associato all’interruzione della raccolta di polline. Per questo motivo le api mettono da parte il miele, in modo da assicurarsi una fonte di cibo anche durante l’inverno.
  • A cosa servono le celle dei favi? Una parte delle celle contiene il miele non ancora sigillato o il nettare che non ha ancora subito il processo di trasformazione in miele. Ai lati di questa sezione si trovano la riserva di miele, in celle sigillate, e la covata. Accanto alla covata si trova una porzione di celle in cui le api possono depositare temporaneamente il polline, il quale verrà consumato il prima possibile dalle api nella colonia. Essendo una sostanza altamente nutritiva, il polline viene spesso contaminato da microbi e parassiti, quindi le api lo mangiano quanto prima al fine di ridurre al minimo il rischio di malattia.
  • Le api nutrici sono le uniche api in grado di digerire il polline. Rientrano in questa classe le api che sono uscite dalla propria cella da almeno due giorni, e ricoprono questo ruolo fino al quindicesimo giorno fuori dalla cella. Nei giorni successivi il loro apparato digerente subisce dei cambiamenti che rendono impossibile la digestione del polline.
  • La solita frase “sì, con il passare del tempo le api si sono abituate alla mia presenza” è in realtà un falso mito. In estate il ricambio della popolazione adulta in un’arnia avviene ogni 42 giorni, quindi manca il tempo materiale affinché le api possano prendere confidenza con il proprio apicoltore. Se eccezionalmente il polline dovesse finire, le api non cresceranno così velocemente perché senza le proteine in esso contenute le api non possono crescere.
  • Di quanto polline ha bisogno una colonia? In estate, il semplice mantenimento in condizioni salutari della colonia richiede circa 0,5-1 kg di polline alla settimana, che corrisponde a 100-200 g di proteine. Volendo incentivare la crescita della colonia, saranno necessarie quantità di polline maggiori. In inverno il problema non sussiste perché in quel periodo la colonia non può crescere, quindi la quantità di polline richiesto non potrà che essere minore.
  • Cosa succede quando la scorta di polline nell’arnia si esaurisce? L’esaurimento delle scorte può verificarsi, per esempio, a causa del cattivo tempo. Una volta finito il polline, le api nutrici cessano le loro attività di cura della covata, e possono arrivare a cannibalizzare le uova deposte dalla regina fino al ritorno delle scorte di polline. Per questo il tasso di crescita dell’arnia non dipende solo dalla regina, ma anche dalle api nutrici, la cui decisione dipende principalmente dalla presenza di polline.

Vuoi saperne di più? Guarda questo video: https://youtu.be/a7eVgIygjxU

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